Alessio Brugnoli
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Come scritto tante volte, anche nell’antica Roma l’Esquilino era un rione multietnico, confusionario e ricco di religioni, lingue e culture differenti.
A riprova di questo, in zona vi erano due santuari dedicati ad Iside. Il primo, di cui sono rimasti pochi resti nell’omonima piazza, fu costruito per volontà di Quinto Cecilio Metello Pio, generale di parte sillana, nel I secolo a.C.
Questo santuario si articolava scenograficamente con portici e fontane su una serie di terrazze, collegate da rampe e scalinate, secondo un ben noto modello adottato in età ellenistica in santuari dedicati a divinità salutari, come quello della Fortuna Primigenia a Palestrina.
Dagli scavi, eseguiti a spizzichi e bocconi nei secoli, si suppone come il tutto fosse costruito su tre livelli: il primo, costituito da una ninfeo monumentale, con tre nicchie abbellite con vasche a cascata e con statue a tema egizio, il secondo con una piscina lustrale, a forma di T nilotica, circondata da un triportico e l’ultimo, con il tempio vero e proprio, di forma rettangolare con 12 colonne sui lati corti e 18 su quelli lunghi.
Di tale magnificenza, è rimasto assai poco: la navicella-fontana di S. Maria in Domnica, detta per l’appunto piazza della Navicella, scoperta nel ‘600, o Navigium Isidis, la cui copia orna oggi l’omonima piazza.
Nel 1653 furono scoperte delle bellissime pitture con stucchi e figure egizie, ma poiché il luogo era molto umido non fu possibile staccarle dal muro, a memoria di questo ritrovamento ci sono dei disegni eseguiti da Cassiano dal Pozzo.
Tra il 1886 e il 1887 furono ritrovate una testa di Giove Serapide, una statua d’Iside , una statuetta di Anubi ed altri reperti. Nel 1889 venne alla luce un cippo marmoreo con un’iscrizione che commemora il dono fatto da un liberto e procuratore imperiale con il nome di Mucianus a Iside detta “Lidia” ed “Educatrice”, presso le terme di Traiano, in cui era scritto
Isidi Lydiae educatrici valvas cum Anubi et ara Mucianus
Nel 2007, durante uno scavo in via Labicana fu rinvenuta una testa di fanciulla molto ben conservata,che le caratteristiche formali attribuivano all’età severiana. Il ritratto, in marmo greco di altissima qualità, per i tratti del volto e il tipo di acconciatura fu riconosciuta come Annia Aurelia Faustina, discendente di Marco Aurelio e terza moglie di Eliogabalo, Augusta per pochi mesi verso la fine del 221.
Sempre all’Esquilino, esisteva, nei pressi del Tempio di Minerva Medica, un altro tempio dedicato a Iside, l’Isis patricia, di cui ahimè non sembra essere rimasta alcuna traccia